Nei miei ricordi - lavoravo durante il giorno
e frequentavo un corso serale di grafica -
è ancora viva l’immagine di un professore:
era un uomo non più giovane, comunicava
con un sorriso aperto e cordiale,
come noi vestiva jeans e maglioni colorati.
Durante le lezioni sedeva tra i nostri banchi
e con noi disegnava e colorava,
non sulla lavagna o dietro la cattedra.
Le sue idee ci arrivavano in presa diretta:
equilibrio, semplicità e chiarezza
erano i suoi insegnamenti,
teorici e pratici, per la vita e per la grafica.
non sulla lavagna o dietro la cattedra.
Le sue idee ci arrivavano in presa diretta:
equilibrio, semplicità e chiarezza
erano i suoi insegnamenti,
teorici e pratici, per la vita e per la grafica.
Lavorava sui nostri schizzi,
migliorandoli, stava accanto a noi,
osservando attentamente le nostra attività.
La sua dote la spendeva così:
il suo tratto preciso trasformava i nostri disegni
che, improvvisamente, diventavano bozzetti speciali.
osservando attentamente le nostra attività.
La sua dote la spendeva così:
il suo tratto preciso trasformava i nostri disegni
che, improvvisamente, diventavano bozzetti speciali.
Comunicava direttamente con noi e ci insegnava,
tratto dopo tratto, la sua conoscenza.
tratto dopo tratto, la sua conoscenza.
(Joan Mirò - Ballerina II)
"Cosa abbiamo fatto noi grafici? Siamo partiti dall’autodidattismo
per preparare una didattica efficiente. Dal nostro primitivo slancio
scarso di t ecnica bisognava offrire agli studenti un corredo
di buona tecnica senza far loro perdere il necessario entusiasmo."
Albe Steiner, Il mestiere di grafico, Einaudi, Torino, 1978
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